Una storia lunga anche mezzo secolo. Grazie

Si è svolta lo scorso 26 novembre presso l’Università Statale di Milano, la cerimonia di premiazione degli iscritti ad ALDAI da 40 e 50 anni (e oltre).

Soci premiati per i 40 anni di iscrizione.

Ilaria Sartori

Comunicazione e Marketing ALDAI-Federmanager

La bellissima Università Statale di Milano: questa la location e l’atmosfera scelte per premiare coloro che hanno sostenuto ALDAI per tutti questi anni e che hanno contribuito a costruire la figura del Dirigente. Un pomeriggio che ha visto il Vicepresidente Schianchi introdurre l’evento con un caloroso benvenuto e con la lettera del Presidente Villani che ha ringraziato per la fedeltà all’Associazione, sottolineando quanto questi “pilastri” abbiamo contribuito a creare: battaglie combattute, successi ottenuti, traguardi raggiunti. Tutto per far crescere quel sentimento di managerialità che oggi appartiene alla classe dirigente e che ha contribuito a rendere ALDAI punto di riferimento sul territorio.
Schianchi ha proseguito – anche in veste di Presidente del Coordinamento Nazionale Gruppi Pensionati di Federmanager – con una chiara fotografia della situazione attuale in merito al tema caldo delle pensioni, evidenziando come la posizione dei pensionati non sia quella di arroccarsi a difesa di egoismi di categoria, ma semmai di distribuire le esigenze di equità sociale come previsto dalla Costituzione.
E in chiusura, prima di lasciare la parola al giovane filosofo e scrittore Leonardo Caffo, rinnovati i sentiti e dovuti ringraziamenti ai presenti: poter fare affidamento su Iscritti di così lunga data fornisce all’Associazione la forza di proseguire nella difesa dei diritti dei manager e le consente di sedersi al tavolo delle Istituzioni in rappresentanza di una categoria più che mai viva e attiva.
Soci premiati per i 50 anni di iscrizione.

Soci premiati per i 50 anni di iscrizione.

Caffo, nella sua presentazione, si rifà a “Lezioni Americane” di Italo Calvino, puntando su concetti quali continuità tra passato, presente e futuro, evidenziando l’insensatezza del conflitto tra ieri e oggi e la necessità di costruire sulla base dell’esperienza dei predecessori. La chiusura dell’intervento è poi affidata a “La ricerca del tempo perduto” di Proust: un’inversione di prospettiva tra giovani e anziani, i nani sulle spalle dei giganti, dove questi ultimi diventano i giovani che hanno una proiezione davanti, mentre i nani (i vecchi) l’hanno dietro: un “luogo” dove presente, passato e futuro si livellano, dove nasce il concetto di eternità che Proust chiama “forma perfetta”.
A chiusura dei “lavori” la consegna dei riconoscimenti per i 40 e 50 anni di iscrizione. Momenti di grande emozione: amici che si sono ritrovati, dirigenti che hanno rincontrato chi li ha assunti, gioia e strette di mano, con calore, con affetto, certi che le parole lavoro, professionalità, serietà, merito e rappresentatività, oggi come ieri, custodiscano un grande valore.
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