Il Sentiero del Viandante

Il Touring Club firma un nuovo progetto territoriale volto alla valorizzazione dei cammini e dei per-corsi in tutta Italia, attraverso la certificazione di Cammini, vie e sentieri con una valutazione minuziosa, all’insegna della sostenibilità e dell’autenticità dell’esperienza turistica

Il tratto da Varenna a Bellano con vista sul borgo di Fiumelatte - ©Alessandro Grassani

Tino Mantarro*

Redattore Touring
Quel ramo del lago di Como è proprio quello che volge a mezzogiorno di manzoniana memoria, quello che da Lecco risale verso Colico e la Valtellina, toccando Varenna e Bellano. Su quel ramo, a mezzacosta, corre un sentiero ben tenuto e ben segnalato che invita a camminare per scoprire da una prospettiva diversa un territorio che si è abituati a guardare dal basso, a livello lago. Il percorso si chiama Sentiero del Viandante ed è il primo sentiero certificato dal Touring Club Italiano nel suo nuovo programma “Cammini e Percorsi”, un progetto territoriale volto alla valorizzazione dei cam-mini e dei percorsi in tutta Italia, attraverso la certificazione di Cammini, vie e sentieri con una valutazione minuziosa, all’insegna della sostenibilità e dell’autenticità dell’esperienza turistica.
Il sentiero del Viandante, il tratto da Varenna a Bellano - ©Alessandro Grassani

Il sentiero del Viandante, il tratto da Varenna a Bellano - ©Alessandro Grassani

E il Sentiero del Viandante è un’esperienza turistica interessante e sostenibile, dove camminare per giorni in mezzo a una natura a suo modo sorprendente (chi immaginava che ci fossero così tanti ulivi sul lago di Como, e boschi di castagni tanto fitti?) avendo modo allo stesso tempo di visitare i paesi in riva al Lario, unendo attività sportiva e turismo culturale. Il percorso unisce 
Abbadia Lariana (LC) a Piantedo, giusto all’inizio della provincia Sondrio. A differenza di tanti altri cammini spuntati negli anni non ricalca il percorso di un’antica via di comunicazione, piuttosto è l’unione dei brevi sentieri che collegavano i paesi a lago e le borgate a mezza costa. Strade un tempo battute da contadini e pescatori nel loro andare quotidiano tra i paesi rivieraschi – Mandello, Lierna, Varenna, Bellano, Dervio – e la miriade di frazioni di montagna, più che dai viaggiatori che si muovevano in barca e di preferenza sull’altra sponda. 
Il sentiero del Viandante, il tratto da Varenna a Bellano - ©Alessandro Grassani

Il sentiero del Viandante, il tratto da Varenna a Bellano - ©Alessandro Grassani

Il nome riprende quello che pare si trovi citato in alcuni documenti del catasto austroungarico, ma soprattutto è frutto del lavoro di un visionario funzionario della Azienda di promozione turistica locale di Lecco che negli anni Novanta - quelli in cui il Camino di Santiago tornava a esser percorso da pellegrini e camminatori, tempi in cui il turismo a piedi non era certo un’opzione - ha immaginato che un percorso di più giorni potesse essere una buona opzione per lo sviluppo turistico di questo versante del lago, storicamente più legato all’industria manifatturiera che alle rilassanti vacanze lacustri della borghesia milanese e dei villeggianti inglesi.

Il bello è che il percorso non è stato solo immaginato in un ufficio, ma è stato realizzato e manutenuto con cura certosina, così che ogni tappa è splendidamente segnalata, mentre il selciato, a volte assai antico, a volte sistemato da poco, è praticamente perfetto. Faticoso il giusto – solo il tratto tra Lierna e Varenna ha un dislivello importante, quasi mille metri in una mezza dozzina di chilometri –, il Sentiero del Viandante si può completare in tre, quattro giorni senza dannarsi, purché si sia un minimo allenati. Ma è ideale anche per chi vuole fare solo una tappa e provare l’esperienza di un Cammino che sia un po’ di più di una semplice gita.

Così per esempio la tappa centrale tra la Varenna amata dagli inglesi e la Bellano che fa da sfondo ai romanzi di Andrea Vitali (nonché borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione) è un ottimo assaggio di cosa aspettarsi lungo il percorso: si sale al medievale castello di Vezio, si attraversano torrenti le cui acque azionavano antichi mulini, si ammirano paesaggi ampli che spaziano dalla punta di Bellagio a Menaggio e alle montagne che fanno da confine con la Svizzera, si sosta al fresco dei boschi di castagni e nella bella stagione si ha anche il tempo di andare a fare un bagno al lago. E poi si può prendere un treno e tornare al punto di partenza, perché tutto il tragitto del Viandante interseca la ferrovia, quindi se proprio non ce la si dovesse fare basta scendere verso il lago e aspettare il primo regionale per Lecco nella dozzina di stazioni che si incontrano, i convogli passa-no ogni ora.

Il cammino parte ad Abbadia Lariana, alla base delle Grigne che con le loro guglie calcaree domi-nano un tratto aspro e spoglio del lago e arriva fino alle porte delle Alpi, a Colico, dove l’Adda si immette nel lago, e prosegue fino a Piantedo, all’ingresso in Valtellina. Sulla carte arriverebbe fino a Morbegno, ma questo tratto ancora non è segnalato, dunque farlo sarebbe una mezza avventura. Per cui per ora bisogna accontentarsi di arrivare fino al Pian di Spagna, che poi è storicamente significativo fermarsi laddove per secoli si è attestato il confine tra la Milano spagnola e il dominio del-la Confederazione delle tre Leghe grigionesi, praticamente Svizzera. Poco oltre, al passo di S. Marco, sotto il pizzo giustamente noto come dei Tre Signori, c’era il confine con la Repubblica di Vene-zia. Oggi è solo il triplice confine tra le province di Sondrio, Como e Lecco. 
Perché il bello di camminare, meglio se con una buona guida sotto braccio, è che ti permette di leggere il paesaggio a tanti livelli: naturale, umano e storico. Tutte esperienze che si possono fare camminando lungo quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno. 
Il sentiero del Viandante. Bellano - ©Alessandro Grassani

Il sentiero del Viandante. Bellano - ©Alessandro Grassani

Articolo in collaborazione con

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Tino Mantarro, redattore di Touring, il magazine del Touring Club Italiano è autore di Nostalgistan, un libro di viaggio dedicato all’Asia Centrale.
Le foto che accompagnano il testo sono di Alessandro Grassani, fotografo di reportage che tra le altre cose copre l’Italia per il New York Times, alessandrograssani.com

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